Vernissage meiner neuen Bilder in Salerno

Pictura, Clemens Klopfenstein in Salerno, Civico 23

Am Samstag 20. Mai um 18 Uhr 30 in der Galleria Civico 23, Via Parmenide 23, neben einem schönen Sandstrand in der Bucht von Salerno, warte ich auf euer Besuch.


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Pressetext der Gallerie:
Deleuze affermava che "il pittore ha molte cose nella testa" ancor prima di realizzare un'opera, intendendo dire che, rispetto al supporto su cui operare, l'artista ha in mente molte immagini che spesso si confondono e si accavallano rendendo difficile sgomberare o ripulire ciò di cui si è saturi. Questa scelta di svuotare, selezionare e ponderare non è certo facile, qui non si tratta solo di togliere dalla mente quelle immagini che sembrano inappropriate per la propria opera, qui, piuttosto, occorre fare un ulteriore sforzo cercando di superare quelle forme o, come li chiama Deleuze, clichè che altrimenti porterebbero inevitabilmente ad un "già visto". In altre parole se in un primo tempo i clichè generano una catastrofe, in termini di caos e precarietà, solo in un secondo momento l'artista è in grado di "orientare" questo caos verso soluzioni formali di forte impatto visivo ed emozionale. In realtà il fenomeno della pittura ha a che fare con il tempo nella misura in cui, rispetto a quello che si è appena detto in riferimento al caos di immagini e all'artista come "contenitore" di tali immagini, appare evidente, già in una fase pre pittorica, quanto l'esperienza visiva dell'autore gli consenta infinite possibilità di scelta.

Osservare le opere di Clemens Klopfenstein significa toccare con mano quanto descritto dal filosofo francese anche se con qualche possibilità in più, in termini di risultati. Ciò che viene descritto come condizione pre/pittorica in Clemens si concretizza nell'azione, spesso casuale, di formazione del dipinto; ovvero a caratterizzare il caos non è soltanto il pensiero prima dell'azione ma il contatto epidermico con la tela, il colore, il segno. Gli strati che si sovrappongono in maniera incondizionata sul supporto sono "letteralmente" coperti da nastro adesivo e poi, ancora, da altra materia cromatica, in una sorta di "coazione a ripetere". Dunque caso, improvvisazione e progettualità entrano di diritto a completare un percorso d'esperienza che l'artista sente su di sé. Al caos segue "un germe di ordine e ritmo" soprattutto se consideriamo quanto egli vuole comunicarci, facendoci intravedere qua e là riferimenti legati alla comune esistenza. Una comunicazione che, nel perfetto stile di Clemens, si fa denuncia di avvenimenti tanto cruenti quanto reali. L'invito è rivolto a noi osservatori che con paziente diligenza ci poniamo al servizio di quello che l'artista vuole farci intendere in ogni anfratto delle sue creazioni, tra le maglie colorate di segni violenti e al tempo stesso piacevoli. L'incontro, com'egli afferma, tra gesto e materia avviene ai tempi dell'Accademia a Basilea. I giovani studenti vengono sedotti dall'action painting americana e con forza espressionista, tipicamente tedesca, mettono in scena opere sfrontate, sicuramente irrequiete, perché dettate da un'esigenza di comunicazione che travalica i limiti del perbenismo trionfante. A questa denuncia Clemens si avvicina non tralasciando mai quell'aspetto ironico e sublime, spesso dissacrante, che lo contraddistinguono: d'altronde come dimenticare i suoi capolavori cinematografici che con grande equilibrio e leggerezza rendono manifesta l'intenzione dell'artista/regista di "non prendere la vita troppo sul serio".

Angelo D'Amato

Artikel von Angelo D'Amato im "Il Vortice".